Nascita Italia, quando e come nasce l’Italia

Quando è nata l’Italia? Quando si parla di Italia per la prima volta?

Molti penseranno all’unità d’Italia nel 1861, al generale Garibaldi o al politico Mazzini ed anche alla Repubblica Romana del 1849.

Qualcuno dirà che l’Italia è nata con la proclamazione della Repubblica il 2 Giugno 1946.

Cerchiamo di fare chiarezza a beneficio di chi vorrà leggere e dei visitatori provenienti da altri paesi che desiderano conoscere meglio la nostra storia.

Dante Alighieri parlava di Italia molti secoli prima dell’unificazione sabauda identificando implicitamente un territorio, una popolazione ed una comunità.

In questo senso parleremo di Italia e di nascita dell’Italia, cioè considerando il sorgere di una coscienza di comunità in un ambito linguistico e culturale condiviso.

Nascita Italia: la scintilla nel cuore della penisola

L’Italia nasce in un periodo molto più antico, con quella che oggi potremmo chiamare una lotta per i diritti civili.

Come molti sanno gli antichi Romani riuscirono a conquistare l’Italia e a costruire un impero, amministrando la concessione della cittadinanza romana e l’accesso a diritti e carriera politica.

Non tutti sanno però, che furono le popolazioni dell’Italia centrale a pretendere questi riconoscimenti e ad ingaggiare una sanguinosa guerra per questo.

Molti alleati dei Romani o “socii” volevano partecipare all’amministrazione della Repubblica ma solo una minoranza del Senato romano era favorevole.

Marco Livio Druso, tribuno della plebe, era favorevole all’estensione della cittadinanza agli italici.

Tuttavia si inimicò per questo motivo il Senato e la classe dirigente romana al punto di essere ucciso nel 91 a.c.

La sua lungimiranza politica si era scontrata drammaticamente con gli interessi materiali dell’oligarchia romana.

Il battesimo dell’Italia e la confederazione Italica

La risposta non si fece attendere ed i Piceni si sollevarono ad Ascoli, massacrando i Romani presenti in città.

La rivolta era iniziata e con i Piceni si schierarono Marsi, Peligni, Vestini, Marruccini, Frentani, Pretuzi, Sanniti, Irpini, Lucani, Iapigi. Queste popolazioni si organizzarono in libera Lega con un proprio esercito e una propria capitale posta a Corfinio.

Il conflitto divenne inevitabile. Per almeno 3 anni l’Italia centrale fu teatro della cosiddetta “guerra sociale” preludio alle successive guerre civili che porteranno alla nuova alba di Roma imperiale.

Il primo scontro militare fu favorevole agli italici ed infatti i Piceni, nella val di Tenna nei pressi di Falerone (Mons Falarinus) condotti in battaglia dai comandanti Gaio Vidacilio, Publio Ventilio e Tito Lafrenio sconfissero le legioni di Pompeo Strabone, costringendolo a rifugiarsi a Fermo.

Mentre la guerra procedeva con alterne vicende gli italici si costituirono in vero e proprio stato. I consoli Quinto Poppedio Silone e Caio Papirio Mutilio governavano con l’ausilio di dodici pretori ed insieme un senato di 500 membri: questo stato si definì Italia.

Oltre ad un governo unitario la confederazione italica coniò una propria moneta (vedete qui) che riporta la prima denominazione ufficiale di “Italia” storicamente documentata.

La sconfitta militare e la vittoria politica dei Piceni e dei confederati italici

I popoli italici combatterono con alterne vicende la guerra che alla fine vide la vittoria militare romana con la caduta di Ascoli Piceno e la coda delle dure campagne sannitiche.

Nel corso della guerra Roma concesse inizialmente la cittadinanza romana alle genti italiche che non avevano preso parte alla rivolta (Lex Iulia) scongiurando così l’adesione di altre popolazioni alla causa italica.

Successivamente, con la Lex Plautia Papiria dell’89,venne concesso il diritto di cittadinanza romana a tutti gli italici a sud del Po condizionatamente alla deposizione delle armi.

La vittoria militare romana fu quindi ottenuta in larga parte grazie all’iniziativa politica che, nella sostanza, acconsentì alle iniziali rivendicazioni italiche.

La grandezza di Roma sarebbe divenuta tale nei secoli successivi con il contributo degli italici non più solo alleati ma concittadini; nel frattempo una moneta con la scritta Italia era passata di mano in mano.

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