La pittura medievale nelle Marche: la Cripta di Sant’Ugo a Montegranaro

La pittura medievale nelle Marche affonda le sue radici nel fecondo filone monastico che caratterizza il territorio della regione.

Gli affreschi ne costituiscono le evidenze principali, anche se la definizione in molti casi risulta imprecisa trattandosi propriamente di tecniche di pittura murale a secco.

Principali evidenze pittoriche medievali nel circondario di Fermo

Tra gli esempi più significativi di pittura medievale possiamo individuare le pitture murali della cripta dell’Abbazia di San Vitale e Ruffino nei pressi di Amandola. Qui troviamo tra le decorazioni del complesso architettonico, la significativa raffigurazione di San Michele Arcangelo che sconfigge il drago, secondo il prevalente indirizzo interpretativo della critica.

Di rilevante interesse risultano le pitture che ornano a Montemonaco l’abside della Chiesa di san Giorgio all’Isola caratterizzate da espressività e colori vivaci.

Ulteriore testimonianza di pittura romanica si può ammirare nella Chiesa rurale di San Marco a Ponzano di Fermo, dove si evidenzia un pregevole affresco sulla volta che precede l’abside.

Il Cristo benedicente che ascende ai cieli affiancato da due angeli che rappresentano le due venute del Cristo: quella storica e quella alla fine dei tempi.

La battaglia degli angeli contro il dragone e gli episodi biblici della creazione sono le parti ancora evidenti del ben più ampio repertorio non più visibile.

La Cripta di Sant’Ugo a Montegranaro

Ancora di origine monastica abbiamo a Montegranaro il cosiddetto cripto-portico di Sant’Ugo. La costruzione è a ridosso del centro storico (originariamente esterna al piccolo nucleo cittadino dell’epoca) e si caratterizza per l’originalità della forma.

Si tratta di una struttura a volta che si sviluppa per oltre 26 metri di lunghezza, per circa 4 metri di altezza e di circa 3,5 metri in larghezza.

Questa sorta di “galleria” viene fatta risalire al 1299, realizzata su commessa di un frate di cui è testimone la scritta scarsamente leggibile tra i dipinti. Come gran parte delle opere di quest’epoca l’attribuzione è evidentemente incerta e difficoltosa anche se si ipotizza un possibile “Maestro da Montegranaro”.

Come spesso accade questa particolare struttura architettonica nonché gioiello pittorico ha vissuto negli anni fasi di completo abbandono e solo di recente, grazie all’impegno del locale Archeoclub, è stata oggetto di rivalutazione e valorizzazione.

La teoria dei Santi raffigurati, il Cristo, la natività e l’adorazione dei Magi, il battesimo di Gesù, le Marie al sepolcro piuttosto che l’Annunciazione alla Vergine, sono solo alcuni dei temi della ricca iconografia rappresentata sulle pareti e sulla volta della cripta.

Consigliamo a tutti una visita di questa “chicca” in occasione delle saltuarie aperture al pubblico: la dimensione ridotta, il posizionamento, la forma inusuale e la bellezza delle pitture assicurano agli appassionati e non, emozioni indelebili.

JoinMarche