Scultura romanica e gotica nelle Marche meridionali

La scultura romanica delle Marche presenta una molteplicità di situazioni e di influssi, non facilmente riconducibili anche per effetto di manomissioni, sostituzioni, ricollocazione di frammenti da vecchi a nuovi edifici.

Da un punto di vista storico l’arte di questi territori vede il sovrapporsi alla scuola romana, di quella longobarda.

Il bassorilievo della Torre Gerosolimitana

Alcune di queste sculture romano gotiche possono individuarsi nelle decorazioni dei capitelli della cripta del Duomo di Ascoli Piceno, nella decorazione pregevole del portale di Santa Maria della Rocca di Offida e nella lunetta inglobata nella Torre Gerosolimitana di Sant’Elpidio a Mare, proveniente dalla Basilica Imperiale di Santa Croce del Chienti.

Il bassorilievo a lunetta, bella testimonianza di scultura romanica, raffigura Cristo crocefisso dal cui costato fuoriesce acqua e sangue, che bagnano un agnello sottostante.

Un albero della vita fuoriesce dalla bocca dell’agnello a simboleggiare purificazione ed alleanza divina ottenute all’umanità dal sacrificio del Cristo.

Scultura romanica e gotica ad Ascoli Piceno

Un’impronta più uniforme si può invece rintracciare nel tessuto architettonico di Ascoli Piceno.

Qui l’uso del travertino, prezioso materiale di costruzione del luogo, e lo stile asciutto e severo della scultura romanica sembrano dare unità stilistica a varie opere scultoree.

Tra queste annoveriamo La Vergine con il Bambino tra i Santi  Vincenzo ed Anastasio, il gruppo scultoreo di San Giacomo, le figure di Adamo ed Eva nel paradiso terrestre, conservate nel museo diocesano e provenienti dalla Chiesa di Sant’Agostino.

Alcune sculture di scuola lombarda testimoniano la presenza nel territorio marchigiano di scalpellini e mastri “comasini”.

Questi erano abilissimi artigiani edili riuniti in corporazioni, interpreti dal 1200 al 1500 e oltre di opere romaniche, gotiche e poi rinascimentali.

Del resto in Italia il gotico giunse tardivamente, importato e fortemente mediato dal precedente romanico ed anche dall’influenza cistercense, che originò un gotico austero e solenne dettato dalla regola monastica.

Tra questi “magistri” è da menzionare Bernardino di Pietro da Carona, a cui si attribuiscono le realizzazioni della Chiesa di Santa Maria Nuova di Fano, la Loggia dei Mercanti di Ascoli Piceno, il monumento a Giulio II ancora ad Ascoli Piceno, la porta del complesso di San Michele a Fano; maestro che successivamente partecipò alla realizzazione della Basilica di Loreto.

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